La formazione che cambia

Durante queste settimane siamo stati tutti travolti da un cambiamento profondo ed improvviso, che ci ha portati a modificare le nostre abitudini di vita e lavorative. Nessun settore, nessun professionista, nessun cittadino è riuscito ad evitarlo – alcuni hanno parlato di “onda” altri di “guerra”, sta di fatto che nulla sembra più essere come prima.

Una riflessione importante, a mio avviso, merita quanto e come sia cambiata la formazione rivolta ai lavoratori. Se inizialmente, infatti, si è trattato di una necessità contingente, nel tempo si stanno perfezionando tecniche e strumenti così da renderla una pratica che potrà resistere alla fine della pandemia.

Si è assistito ad una profusione di webinar, learning class, pillole formative, podcast di varia natura e talvolta, ahimè occorre dirlo, di dubbia qualità ed efficacia.

La sfida che tutti noi professionisti della formazione ci troviamo infatti ad affrontare è: come governare il processo di apprendimento a distanza? Come mantenere alta l’attenzione dei partecipanti? Come garantire l’interattività cui eravamo ormai abituati in aula?

Chi poi come me si occupa di formazione esperienziale, sovente addirittura senza l’impiego di slide, a maggior ragione si è dovuto ingegnare. E così è iniziata una lunga attività di studio delle differenti piattaforme alla ricerca di quella che possiede le funzionalità più coerenti con l’obiettivo da raggiungere: Zoom, Cisco, Meet, WhatsApp, ….

Personalmente ritengo indispensabili: la condivisione di documenti e filmati, la presenza di una lavagna (dashboard), la possibilità di suddividere i partecipanti in sottogruppi e di garantire l’interazione anche in chat, funzionalità per esprimere assenso e dissenso in modo veloce e facilmente visibile a tutti. Utilizzo molto anche sondaggi di varia natura, che ritengo ottimi attivatori, ma quasi tutte le piattaforme che ho analizzato possiedono un numero limitato di modalità per la visualizzazione dei risultati quindi prediligo l’impiego di siti esterni. Sto trovando di grande impatto e valore aggiunto anche i sistemi che consentono di lavorare in modo collaborativo.

Apparentemente tutto sembrerebbe funzionare ma la riflessione che vorrei portare riguarda non solo gli aspetti tecnologici e digitali ma soprattutto la necessità per chi eroga la formazione di sviluppare nuove competenze. Gestire un’aula “a distanza” richiede l’espressione di una differente capacità di comunicazione, gestione dei tempi e delle dinamiche d’aula.

Molte sono ancora le domande in cerca di risposta ma una certezza l’ho maturata: occorre re-inventare il modo di fare formazione, tutto ciò che è stato costruito in passato costituisce una solida base ma contenuti, esercitazioni e modalità di erogazione vanno completamente ripensati.

Cristiana Genta

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