Didattica a distanza degli alunni con disabilità
Il ministro dell’istruzione Lucia Azzolina in data 27 aprile 2020 ha inviato una lettera ai dirigenti scolastici, a tutto il personale scolastico, insegnanti, studenti e famiglie. In questa lettera il ministro dice di sentire la necessità di tornare a rivolgersi a tutto il personale della scuola su un tema delicato che riguarda tutto il mondo della scuola, ovvero il tema della didattica a distanza rivolta agli studenti con ridotta disabilità.
Questa è una problematica sentita dal ministro come ex insegnante di sostegno. La vera cifra dell’inclusione, sostiene la Azzolina, è il risultato di moltissimi fattori. Primo tra tutti la fiducia tra docenti, alunno e famiglia, la disponibilità di mezzi e strumenti per una didattica personalizzata e poi una collaborazione tra tutti gli adulti che interagiscono con questo alunno.
Il ministro dice che tutto il ministero ha lavorato anche tramite l’invio di mezzi economici per supportare ad esempio questi alunni con particolari difficoltà fornendo loro mezzi come pc, tablet e stampanti. Questi sono stati messi a disposizione degli alunni con difficoltà.
Il ministero ha mantenuto uno stretto contatto con le federazioni e le associazioni che rappresentano le persone con disabilità. Queste associazioni collaborano anche in questo momento affinchè si possa svolgere questa inclusione scolastica degli alunni.
Monitoraggio e dati del ministero
Dai monitoraggi effettuati dal ministero e dalle esperienze condivise da molte famiglie e dalle associazioni sono pervenute tante storie diverse che hanno dato vita ad un quadro variegato dell’inclusione scolastica.
Il ministro afferma che tutto quello che è stato fatto e quello che si continuerà a dare nei prossimi mesi per l’inclusione di questi bambini dimostra il grande impegno da parte di docenti e dirigenti scolastici e afferma, altrettanto, di dover condividere alcune riflessioni.
Le insegnanti di sostegno sono presenti e garantiscono il diritto allo studio degli alunni che gli sono stati affidati. Con titolarità formale sulla classe questo si traduce in inclusività, che in sostanza, riesce a favorire contatti diretti tra bambini e ragazzi attraverso degli stimoli. L’insegnante di sostegno affiancherà tutta la classe durante le attività in presenza dell’alunno con disabilità, sia per facilitare o fornire dei feedback sui contenuti per mediare con strumenti con metodologie adatte all’alunno con disabilità, però anche per riportare l’attenzione del gruppo classe sulla possibilità che si creino momenti di socializzazione. In un ambiente condiviso, anche se virtuale, il docente di sostegno ha il dovere di ricalibrare il PEI. Questo sarà rivisto mano mano che emerga la necessità di ripensare la didattica in un momento in cui la didattica è in continuo cambiamento. Quello che la ministra annovera come importante è la condivisione tra i docenti, famiglie e alunni negli interessi di questi ultimi.
Ribadisce che non è importante la quantità ma la qualità della didattica e delle attività. Invita gli insegnanti a far si che l’alunno con difficoltà non riceva solo compiti e attività da svolgere ma che esso stesso venga coinvolto nelle attività delle classi in condivisione con gli altri alunni. L’insegnante di sostegno deve, quindi, essere un tramite di comprensione e semplificazione con l’alunno con disabilità.
Ai dirigenti scolastici, il ministro esprime la sua comprensione nel vederli impegnati in questa situazione complessa, a cercare di espletare al meglio i loro compiti sfruttando tutte le energie della scuola e riuscendo a supportare tutte le famiglie, in particolare quelle con bambini con disabilità, quando non siano in possesso di mezzi tecnologici.
Il governo continuerà a lavorare affinché nessuno rimanga indietro o si senta escluso. Sul sito del ministero dell’Istruzione c’è un’apposita pagina dedicata alla didattica a distanza degli alunni con disabilità.
L’invito è a usare questi strumenti a titolo gratuito a disposizione di tutte le istituzioni scolastiche e delle famiglie.