Legge 104 a chi spetta

legge 104

La legge 104 del 1992 spiega come ottenere i permessi per via di un parente disabile da accudire. I permessi sono retribuiti e sono fuori dai conteggi per ferie o per malattia, ma non tutti possono accedere. Ecco chi ha diritto ai permessi per via della legge 104, cosa comportano e come si possono usare i permessi.

Cosa dice la legge

La legge 104/92 dice che possono accedere ai permessi i dipendenti pubblici e privati (quindi anche quelli della scuola). Per la scuola, per ottenere i permessi si fa riferimento all’anno scolastico. Infatti, i permessi, anche se contati “a parte”, devono comunque garantire una certa continuità di servizio.

Possono accedere ai permessi della legge 104 le persone che devono accudire parenti con minorazioni o handicap che impediscono l’autonomia. Questa formula generica è stata via via modificata nelle leggi successive. La circolare n. 13 del 2010 stabilisce che a occuparsi della persona non autonoma sia un coniuge o un parente entro il secondo grado. Quindi, può chiedere il permesso il marito o la moglie della persona con handicap.

Se questa persona non è disponibile, perché magari anche lei ha problemi di salute, o perché già deceduta, il compito passa ai figli e, con lo stesso ragionamento, ai parenti prossimi fino al secondo grado. Così, si evita l’esplosione delle richieste di permesso da parte di parenti più lontani. Sono parenti di primo grado, quindi direttamente coinvolti nella cura di una persona con hadicap: marito/moglie, figli, genitori. Quelli di secondo grado sono: nonni, fratelli, sorelle, nipoti (figli dei propri figli, i nipoti figli di fratelli sono ritenuti parenti di terzo grado). Se queste persone non sono disponibili per qualsiasi motivo, si passa agli affini. I parenti di terzo grado, infatti, sono esclusi dai permessi per via della circolare.

Gli affini di primo grado sono: suoceri, nuore, generi, patrigni, matrigne e figliastri. Affini di secondo grado i cognati diretti. Queste persone intervengono solo se non c’è nessun parente di primo o di secondo grado disponibile.

Su quella che è la patologia della persona non autonoma da accudire, la legge 104 del 1992 parla solo di patologie o minorazioni invalidanti. Il Ministero della Salute ha però definito nello specifico queste malattie e queste definizioni sono valide anche per chi chiede i permessi per la 104. Il parente da accudire deve avere:

  • una patologia cronica o acuta che limita l’autonomia per un periodo o per la vita.
  • una patologia dove servono molte visite specialistiche (per esempio, la chemioterapia o dei cicli di terapia).
  • una patologia che prevede che sia qualcun altro a dare le medicine. Per esempio, se servono delle punture da fare, il paziente invalido non può farsele da solo.

Quando e come si può richiedere

Per richiedere il permesso, ci si deve recare dal dirigente scolastico. Si deve presentare a mano una richiesta formale con:

  • Documenti che attestano l’invalidità della persona da accudire.
  • Documenti che attestano il ruolo all’interno della famiglia. Se si è un genitore, per esempio, lo stato di famiglia.

Il dirigente scolastico deve verificare i permessi e che la documentazione rispetti la legge. In più, se è tutto in regola, volente o dolente deve rilasciare il permesso. I dipendenti possono chiedere fino a un massimo di numero di ore retribuite (2 ore), oppure fino a 3 giorni. In ogni caso, il periodo è retribuito

Dopo il periodo di permesso, il dipendente non deve recuperare attività, oppure ore, né cercare qualcuno che lo debba sostituire. La scuola, però, può fare dei controlli per verificare i permessi maturati nel mese e con quale motivazione. Il controllo si fa di solito quando si fanno i conti per le fatturazioni e il pagamento degli stipendi. Se dalle verifiche risultano false dichiarazioni o roba simile, il dipendente può subire un procedimento disciplinare.

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