Don Milani

Negli ultimi anni, periodo che ci ha visti tutti affrontare un livello di stress mai visto prima, abbiamo imparato l’importanza del contatto con la natura e con il verde. Questo ha portato tantissime persone a scegliere di coltivare un piccolo orto in casa. In questo caso, hanno contribuito tanto anche le maggiori conoscenze che si hanno sul valore di una dieta caratterizzata dall’assunzione di prodotti salubri.

Quando si decide di iniziare a coltivare un orto in casa, all’inizio è normale essere preoccupati di non riuscire a ottenere risultati. Per fortuna, con le giuste conoscenze è facile gestire al meglio la situazione, sfruttando diversi spazi nell’abitazione.

Coltivare un orto sul balcone o sul terrazzo: ecco cosa sapere

Allestire un orto casalingo sul balcone o sul terrazzo è meno difficile di quanto si possa pensare. La maggior parte delle piante che si possono prendere in considerazione – tra queste è possibile includere, per esempio, quella di pomodori – non richiedono tanta terra. L’importante è organizzarsi bene. Un’idea interessante prevede il fatto di orientarsi verso una fioriera caratterizzata da una larghezza attorno agli 80 centimetri. Se si decide di utilizzarne di più, le si può sistemare su una struttura a gradini. Per quanto riguarda la collocazione, l’ideale è una zona mediamente assolata.

Un aspetto su cui riflettere nel momento in cui si ha più di un balcone riguarda la scelta di quello più adatto all’allestimento dell’orto. In questo caso, bisogna tenere presente solo un criterio: l’esposizione. L’optimum prevede il fatto di scegliere un balcone esposto a sud est o a sud ovest. Come mai? Perché c’è il giusto equilibrio tra luce e ombra durante la giornata.

Come coltivare un orto indoor

Chi ha un balcone troppo piccolo per ospitare le fioriere o, addirittura, non dispone proprio di questo spazio, non deve certo disperare. Anche in contesti indoor di estensione contenuta è infatti possibile dare vita a fantastici orti casalinghi. In questi frangenti, si può ricorrere alla box per le piante.

Di cosa si tratta? Come dice la parola stessa, di una scatola. Il suo fine è quello di ricreare, in pochi centimetri quadrati, il microclima più adatto alla crescita di una determinata specie vegetale. L’obiettivo è quello di iniziare e portare avanti la coltivazione in un ambiente il più simile possibile a quello in cui le piante crescono naturalmente.

Nel momento in cui si opta per la grow box, si ha il vantaggio di trovarsi davanti a una struttura già pronta. Realizzata in metallo, la box è ricoperta da un telo in mylar, materiale che ottimizza la riflessione della luce.

Quello che il coltivatore deve fare è scegliere l’illuminazione giusta. In alcuni casi, si ha già in mano qualche prodotto quando si acquista la box, spesso parte di kit più completi. In altri, invece, bisogna acquistare ex novo. In quest’ultimo frangente, è bene essere consapevoli della necessità di scegliere le lampade sulla base delle fasi della crescita.

Durante quella vegetativa, è meglio orientarsi verso una lampada MH agli ioduri metallici. Come mai si tratta di una scelta particolarmente congeniale? Per via dell’emissione di uno spettro di luce chiaro. Da non dimenticare è altresì l’estrema semplicità a livello di allestimento.

Quando arriva la fase di fioritura, è opportuno intervenire con lampade HPS, contraddistinte, invece, da uno spettro cromatico tendente al rosso.

Si può coltivare in grow box con tecnica idroponica?

La tecnica idroponica, ossia quella che si propone di coltivare le piante senza l’uso di terra ma utilizzando acqua e supporti come l’argilla espansa, è molto popolare al giorno d’oggi. Tra i motivi rientra il suo essere super sostenibile (qui un approfondimento sulla sostenibilità). La si può gestire anche in grow box? Assolutamente sì! Ricordiamo che l’utilizzo dello strumento appena ricordato ha come unica differenza rispetto alla coltivazione all’aperto la presenza di luci artificiali. L’unica cosa da fare è chiedere consiglio a un esperto per quanto riguarda le dimensioni della box.