Come diventare insegnanti

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Per diventare insegnanti, c’è un iter ben preciso. Dove vuoi insegnare? Il ruolo dipende anche dal grado di studi: un concorso per scuola materna non è lo stesso di uno per scuola superiore. Come funziona e come si ottengono i titoli per insegnare? Si può scegliere la scuola o il territorio di riferimento? Come diventare insegnanti?

Cosa si studia per diventare insegnanti

Per poter insegnare, serve una laurea specialistica in un ambito di riferimento. Per esempio, per diventare un insegnante di matematica, servono la laurea triennale e quella specialistica in Scienze Matematiche. Non basta. Per poter diventare insegnanti, serve anche l’abilitazione, che si ottiene per concorso pubblico.

Il concorso è una sorta di esame, dove si fanno delle verifiche scritte e un’interrogazione da parte della commissione. Ogni verifica da diritto a un punteggio. Chi ottiene il punteggio più alto “vince” l’abilitazione. Questa può essere per supplenze di qualche mese, oppure con un posto fisso in cattedra. Per alcune scuole, servono lauree particolari.

Per esempio, per lavorare con i bambini della scuola primaria, serve una laurea in Scienze della formazione primaria, oppure un diploma psico-pedagogico. Per accedere al concorso di abilitazione, servono dei crediti formativi (chiamati CFU). Questi crediti si possono ottenere con gli esami fatti durante il percorso di studi universitari, oppure dopo. Conta molto fare questi esami in una sede riconosciuta (università o centro accreditato). Valgono anche i crediti fatti durante master e corsi di formazione.

Per le scuole medie e superiori, serve anche un periodo formativo post-laurea. Si chiama FIT. Al termine del percorso di tre anni, si ottiene automaticamente l’abilitazione, senza dover fare prima il concorso di abilitazione.

Abilitazioni e concorsi: come funziona

Nel mondo della scuola, le situazioni sono diverse. C’è chi insegna come precario da anni e chi ora sta uscendo dall’università e vuole iniziare a insegnare. Chi ha l’abilitazione, ma non dal percorso FIT, può fare il concorso, ma non fa la prova scritta. Chi è iscritto nella terza fascia e ha già prestato servizio almeno per tre anni complessivi su 8 anni, può chiedere di essere inserito nel programma FIT, sostenendo due prove. Infine, chi inizia ora a inseguire il sogno di diventare insegnante, può seguire direttamente il programma FIT per ottenere l’abilitazione.

Solo dopo si potranno accedere ai concorsi pubblici di riferimento. Questi sono organizzati dal MIUR e le notizie sulle date di uscita si possono trovare sulle gazzette ufficiali, sul sito del Ministero dell’Istruzione e al Provveditorato degli Studi di zona. I concorsi indicano chiaramente: le materie da studiare, i titoli che servono con l’abilitazione, come si svolgeranno gli esami, come si fanno i punteggi e quanti sono i posti a disposizione.

Gli aspiranti insegnanti possono fare delle preferenze (fino a 3) per le province e le regioni dove intendono insegnare. Non sempre si arriva a lavorare in quel territorio, perché dipende dai posti disponibili e dalla posizione in graduatoria. Più in alto si arriva, più si ha la certezza di aver ottenuto il posto di lavoro e di essere coinvolto nella zona di interesse. Man mano che scorre la graduatoria, si “scalano” i posti, così come avviene per tutti i concorsi pubblici.

Diventare insegnanti è una scelta di vita. Non basta sapere le materie del proprio percorsi di studi, ma anche avere un’ottima cultura generale e saperla spiegare. Quando si parla di insegnamento, c’è il fattore età da considerare: non si può spiegare a un bambino di 8 anni allo stesso modo di un ragazzo di 15. Questo arriverà con l’esperienza, dopo aver affrontato la sfida per i concorsi pubblici per insegnanti di scuole primarie, elementari, di primo e di secondo grado superiore. Fare l’insegnante è un percorso dove non si smette mai di imparare.

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