Canapa a uso alimentare: cosa dice la legge e quali sono i benefici

cucina

Canapa a uso alimentare: da diversi anni a questa parte, il trend appena citato è uno dei più importanti in Italia e non solo. Come mai? Per via della maggior consapevolezza in merito alla centralità che l’alimentazione sana ha per il benessere generale. La canapa, i suoi semi in particolare, è un concentrato di principi nutritivi preziosi da questo punto di vista. Dai grassi buoni fino alle proteine, sono diversi i nutrienti la cui assunzione può fare la differenza.

Nel momento in cui si parla di prodotti canapa destinati al mercato del food, è naturale farsi domande in merito alla loro regolamentazione. Scopriamo quali sono i dettagli che la riguardano nelle prossime righe!

Prodotti alimentari con canapa: la regolamentazione

I prodotti alimentari a base di canapa che si possono trovare in commercio al giorno d’oggi derivano dalla canapa sativa, una pianta coltivata dall’uomo da tempo immemore. Quando si parla del suo utilizzo in ambito agroalimentare, è bene ricordare diverse tappe decisive. Tra queste rientra il 1997, anno in cui la coltivazione a scopo alimentare della canapa sativa è stata liberalizzata in Europa. Diciannove anni dopo, in Italia, è arrivata la Legge 242/2016.

Testo normativo redatto con lo scopo di valorizzare la sostenibilità della filiera della canapa, ha introdotto, per il nostro Paese, la necessità di ricorrere a semi certificati e modificati in modo da produrre piante con una percentuale di THC, principio attivo psicoattivo, estremamente bassa. Si parla infatti di una quantità compresa tra lo 0,2 e lo 0,6%. Quest’ultima percentuale deve essere considerata una soglia di tolleranza a cui il legislatore ha dato spazio consapevole del fatto che, per i singoli coltivatori, è tutto tranne che semplice mantenere basse le dosi di tetraidrocannabinolo.

Per amor di precisione è necessario ricordare che, secondo la legge, nei semi di canapa destinati all’uso alimentare, il THC non dovrebbe essere proprio presente. Bisogna però tenere in considerazione il fatto che, visto le frequenti evenienze di contaminazione nel corso della preparazione dei vari prodotti, i semi possono entrare in contatto con il sopra citato principio attivo.

Il legislatore ha ovviato a questa criticità con una svolta che è stata accolta con grande favore da parte degli attori della filiera della canapa alimentare. Di cosa si tratta? Dell’introduzione di linee guida relative al THC residuo ammesso nei preparati alimentari che vedono come ingrediente principale la canapa sativa.

La novità sopra citata, diventata realtà a inizio 2020, coinvolge, oltre ai semi di canapa, anche gli integratori e le farine. Cosa prevede di preciso? Che, quando si ha a che fare con i prodotti sopra citati, il limite di THC residuo deve essere pari a 2 mg/kg. Diverso è il caso dell’olio. In questo frangente, infatti, si parla di una soglia leggermente più alta, pari a 5 mg/kg.

Il punto di vista degli operatori è duplice. Da un lato c’è soddisfazione per l’attenzione a un problema pratico che ha accompagnato le aziende per diversi anni. Dall’altro, invece, sono state fin da subito messe in primo piano contestazioni relativamente alle soglie. Secondo diversi produttori, infatti, sarebbero troppo basse e lontane dagli standard degli altri Paesi europei.

I benefici degli alimenti a base di canapa

Quando si parla degli alimenti a base di canapa, è utile fare il punto della situazione anche sui benefici. Essendo la canapa sativa un vero e proprio super food, le proprietà da conoscere sono diverse. Dagli effetti antiossidanti dei sopra citati grassi buoni, fino all’importanza delle proteine ai fini della costruzione del tessuto muscolare, i benefici della canapa alimentare sono davvero tanti.

Da non dimenticare sono altresì gli effetti del CBD o cannabidiolo, fitocannabinoide più famoso dopo il THC, privo di effetti psicoattivi e noto, tra i vari motivi, per la sua efficacia antidolorifica e rilassante.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *